Abiti

La Sartorialità del Sarto

Il Sarto del Moroni sembra osservarci con la stessa intensità che noi rivolgiamo a lui, come ad interrogarci: “Buongiorno. Siete qui, nella mia bottega: in cosa possa aiutarvi?” La sua figura riempie il campo, appena interrotta dal banco di lavoro, sul quale si vedono un tessuto nero e le forbici impugnate e pronte per il taglio. Perché si fa ritrarre così dal Moroni? Quale sarà stato il suo pensiero?

Il Sarto - figura intera

Il Sarto del Moroni sembra osservarci con la stessa intensità che noi rivolgiamo a lui, come ad interrogarci: “Buongiorno. Siete qui, nella mia bottega: in cosa possa aiutarvi?”

Il Sarto – dettaglio del volto

Il Sarto – dettaglio del volto

La sua figura riempie il campo, appena interrotta dal banco di lavoro, sul quale si vedono un tessuto nero e le forbici impugnate e pronte per il taglio.

Il Sarto - dettaglio delle forbici

Il Sarto – dettaglio delle forbici

Tutto il suo abito proclama la sua conoscenza sia dei tessuti e delle nuove fogge d’abito (oggi le chiameremmo le “tendenze”) che è propria della sua professione: le stratagliature del suo giuppone e l’alto numero di turacche delle sue braghe, così come la lavorazione a pippiolini della gorgiera e dei polsini, la scelta non banale nell’accostamento dei colori, tutto rimanda alla sua competenza, una sorta di vero e proprio ‘manifesto’ professionale.

E’ proprio l’abilità e la capacità sartoriale, quale abilità pratica del fare, ad essere messe in primo piano: esse riescono a rendere prezioso anche il più semplice dei tessuti. E’ così che il Sarto manda un messaggio adatto alla sua molteplice clientela, che avrà annoverato gente altolocata, come i Coniugi Spini, ma anche tanti borghesi più o meno benestanti, come quelli ritratti dal Moroni in tante tele, a cui le leggi suntuarie non consentivano l’uso di tessuti pregiati ma che, non per questo, volevano sfigurare nell’eterno gioco di prestigio sociale e di potere che è la moda.

Autore